LACERAZIONI

Non è un semplice collage, è vera e propria pittura/contro-pittura. Dove si vorrebbe che trasversalmente i collage e la pittura tradizionale si fondano su un linguaggio che elimini e distrugga l’altro.

Le immagini attraverso la tiratura di stampa hanno attraversato i massimi canali di diffusione, incorrendo un inevitabile senso di overdose oltre ad  un inarrestabile processo di squalificazione. Attraverso studiate lacerazioni e ricostruzioni compositive, si interrompe questo circuito. L’iniziale ‘bellezza’ elaborata per l’assimilazione e comprensione di massa, si lacera, si scompone, perde il suo significato e la sua struttura: non vi è più il segno, il background, si spezza il simbolo (o logotipo), le frasi, la parola. Essa si ricompone, ed attraverso il colore (invariante di base) si riappropria del proprio valore strutturale autonomo e linguistico. Con questo processo inverso, ciò che è stato stampato e diffuso in milioni di copie ritorna ad uno stato espositivo di unicità e, forse, si riavvia ciclicamente e per paradosso verso un nuovo processo di diffusione: ma la lacerazione eseguita è irripetibile, irriproducibile. Nella lacerazione non si perde il valore.